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AttualitàEconomia

Spaventa di più la crisi sanitaria o la crisi economica?

By 14 Ottobre 2020No Comments
Immagine Mascherina Covid-19

E’ una domanda che non può avere una risposta assoluta, spaventano entrambe, con spettri che si allungano a seconda della fase della crisi, delle nostre percezioni, del nostro stato di salute psico-fisico, della nostra stabilità economica.

La pandemia da covid-19 che ha investito il mondo nel 2020 ha infatti innescato una crisi globale che è impossibile definire in modo univoco. Le economie sono sempre più interconnesse e fatti rilevanti nati in una precisa area hanno impatti in tutto il mondo. E’ stato così con le torri gemelle, con la crisi economica nata dal fallimento di Lehman Brothers, con la crisi dell’area Euro e i debiti pubblici degli stati sovrani.

Queste crisi hanno degli elementi in comune: sono irreversibili, si muovono nell’incertezza, si propagano velocemente, non possono essere fermate da singole volontà politiche e, in ultima analisi, necessitano di un ripensamento dei modelli di sviluppo economico, sociale e scientifico in grado di comprendere il mondo in cui viviamo in modo sempre più sistemico.

E’ allora la crisi deve diventare un momento per ripensarci come umanità in un sistema connesso, non partendo dagli Stati Generali e dalle unità di crisi da film hollywoodiano, ma formando tavoli di confronto e di condivisione del sapere. Dalla filosofia alla scienza, dall’economia alla cultura, dalla politica all’etica, dall’ecologia all’informazione. Perché se le crisi si ripropongono sempre più simili, sebbene con epicentri decisamente diversi, significa che o stiamo rimandano i problemi o non li affrontiamo nel modo giusto. Affannati dalle emergenze, perdiamo il filo di Arianna e facciamo fronte alle sole contingenze dichiarando lo stato di emergenza mondiale, nazionale, personale. E perdiamo.

Antonio Gramsci definiva la crisi come il momento in cui il vecchio è già morto e il nuovo deve ancora nascere. Un momento della vita, quindi, naturale, ciclico, necessario. E definiva anche la crisi organica come crisi profonda di un sistema economico, politico e sociale che ormai è instabile e le cui istituzioni hanno perduto credibilità e legittimità per i cittadini. Una crisi completa di tutto lo stato.

Con questa crisi organica, ampliata a livello mondiale come quelle che stiamo vivendo da anni, diventa sempre più difficile rimandare i problemi. Cominciamo ad avere paura di un altro possibile stop delle produzioni dovuto ad un nuovo lockdown: la crisi economica comincia a preoccuparci più dell’emergenza sanitaria.

Dove saremo tra un anno se la consapevolezza della nostra fragilità e della nostra forza non ci avrà spinto con coraggio a ripensare al futuro?

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