
Il lavoro è notoriamente fonte di stress psico-fisico, qualsiasi sia la nostra occupazione e il nostro ruolo. Scadenze, riunioni, gestione dei confitti con i colleghi, telefonate con clienti e fornitori e tante altre attività ci provocano tensioni e stati d’ansia che affrontiamo quotidianamente.
In tutti i casi, piccoli esercizi di mindfulness ci possono aiutare a focalizzarci sul presente ed eliminare così elementi di stress che, più che al momento che stiamo vivendo, sono legati al nostro passato o alla paura del nostro futuro.
Ma che cos’è la mindfulness e perché la possiamo tutti praticare senza spaventarci?
La mindfulness è una pratica meravigliosa, dalle radici antiche, e si occupa di porre l’attenzione consapevole sul momento presente in qualsiasi situazione ci si trovi. Ci aiuta ad alleggerirci e a focalizzarci sulla positività della vita. L’uomo è una “macchina” straordinaria e, a differenza degli animali, è dotato di memoria e immaginazione. Troppo spesso però tendiamo a soffrire per “un uso improprio” di questi incredibili doni che abbiamo ed entriamo in stati d’ansia per elementi che non sono connessi con la situazione presente.
La mindfulness è una risorsa per aiutare le persone ad affrontare lo stress nella vita personale, nel lavoro, e anche in un periodo così complicato come quello pandemico che stiamo vivendo. Può essere praticata da tutti, indipendentemente dall’estrazione sociale, dalla cultura e dall’età. Non facciamoci spaventare da ciò che non conosciamo: avviciniamoci alla mindfulness con serenità perché può esserci d’aiuto, migliorando:
- il nostro livello di attenzione e di ascolto
- la nostra capacità di concentrazione
- la consapevolezza dei nostri pensieri, delle nostre azioni e delle nostre emozioni
- la connessione con la nostra interiorità e con il nostro respiro
Ma come iniziare un percorso di maggiore presenza e consapevolezza?
Non servono grandi azioni, possiamo davvero fare piccoli esercizi quotidiani che ci aiutano, per quanto possibile, ad essere sempre più nel presente.
Possiamo incominciare dal respiro. La respirazione è legata alla vita: respirare in modo correttoci rilassa e mette il corpo nella condizione di rispondere meglio alle sollecitazioni. Impariamo a prenderci dei momenti della giornata, magari di sera o di mattina, in cui si concentriamo sul respiro, lo ascoltiamo e lasciamo fluire le sensazioni. Ogni volta che nella nostra giornata sentiamo blocchi di stress possiamo fermarci, fare dei bei respiri, e ricontattare queste sensazioni.
Impariamo poi a connetterci con i nostri stati dell’animo. Le nostre sensazioni, emozioni e pensieri sono importanti, ma non sono per sempre. Tutto scorre, perciò è importante connettersi ad essi, ma allo stesso tempo anche lasciarli andare. L’invito è quindi quello di chiederci come stiamo, di ascoltare come sta il nostro corpo nel momento presente, quali sono le aree più presenti da un punto di vista percettivo, osservare lo stato d’animo, le sensazioni che ci arrivano e i pensieri senza giudicare ma con un atteggiamento accogliente, accompagnando con il respiro. Prendiamo quindi un tempo, al lavoro, di chiedercelo davvero sia come attività da fare in un momento della giornata come esercizio (perché non prendere il tempo di caricamento del pc come momento di concentrazione e respiro?), sia ogni volta che ci troviamo davanti ad una situazione che ci provoca stress. Mi sento inadeguato, impotente, sciocco? Respiriamo, ripercorriamo i nostri pensieri e le sensazioni. “Non sono quello che penso di essere, sto pensando di essere inadeguato, è solo un pensiero che dobbiamo imparare a lasciare scorrere.”
Compiamo scelte consapevoli, che ci aiutano concretamente a vivere nel presente. Distinguiamo il tempo del lavoro dal resto della giornata, diamoci un orario per rispondere al telefono o alle email. Non viviamo nel multitasking più sfrenato: finiamo le nostre consegne e poi iniziamo un nuovo compito. Facciamo pause dedicate all’attività di pausa: se mangiamo, mangiamo. Non controlliamo le news al telefono. Se passeggiamo, concentriamoci sulla natura, sul respiro, sui nostri piedi e non su quello che ci aspetta al rientro.
Pratichiamo atti di gentilezza. Cominciando da noi stessi: prendiamoci cura di noi, non giudichiamoci. Nemmeno al lavoro!
Possiamo anche avvicinarci alla meditazione, senza pensare di dover essere capaci di chissà quali azioni di “svuotamento” della nostra mente. Facciamolo nei confronti del nostro respiro, invitando il nostro corpo a rilassarsi, senza spingere ma accogliendo tutte le sensazioni che emergono nel corpo. Si può percepire il respiro osservando l’addome che si riempie e si svuota o nello scorrere dell’aria nel naso: concentriamoci dove sentiamo il respiro. E se perdiamo l’attenzione in altri pensieri, non giudichiamoci e riportiamo gentilmente l’attenzione sul nostro respiro.
La pratica di questi piccoli gesti ci aiuterà ad affrontare situazioni di ansia e stress anche sul lavoro perché, con l’abitudine alla mindfulness, più facilmente ricontatteremo una situazione di armonia e connessione con la nostra interiorità nel qui ed ora.