
Avevamo già parlato qualche giorno fa dell’importanza del mito e della sua possibile nuova chiave di rilettura in una società a cui scienza e pensiero lineare non bastano più.
Oggi ci siamo imbattuti in questo libro che volevamo condividere con voi, su mito e giustizia. Perché due giuristi si trovano a riflettere e a dialogare su Edipo Re e Antigone? Cosa ha a che fare la tragedia greca con un dibattito giuridico?
La risposta è più semplice del previsto. La tragedia prende a oggetto l’uomo che vive di persona questo dibattito. E, a partire dalla nostra attualità e dai suoi problemi, noi poniamo domande alla tragedia.
Così i giuristi hanno letto i classici greci e hanno trovato diversi archetipi: giudicare-governare, verità-responsabilità, ius contro lex, vendetta-tribunale e , soprattutto, teatro e processo penale (due fantastici riti a confronto). Non a caso il tribunale è così amato come scenario di eventi raccontati!
Antigone, ovvero il conflitto tra coscienza individuale e ragion di stato, tra legge morale e legge positiva e Edipo, ovvero la tensione tra verità storica e oggettiva e verità soggettiva, tra colpa, errore e responsabilità.
Sono dilemmi che affiorano costantemente nella nostra società perché, come concludono i giuristi “Per quanto emancipata dal suo primitivo nucleo vendicativo, e oggi amministrata con molte garanzie, la giustizia non risana mai del tutto i conti, né per le vittime né per i carnefici”.
E sappiamo come questo sia vero, dai classici al mondo moderno.