
Avrei voluto scrivere del potere magico dei disordine, perché nel mio spazio vive anche la mia creatività e la mia resistenza, ma sarebbe stata una bugia. Perché il disordine è una di quelle cose che ti torna sempre addosso, ogni giorno. Non trovi la camicia giusta, la bolletta da pagare, le chiavi della macchina. E ogni volta fai la promessa di cambiare.
Ed eccomi qui quindi, a parlare del libro di Marie Kondo, Il magico potere del riordino. Lo so, è un libro best-seller già dal 2015 in Italia, ma non ero pronta ad accoglierlo nella mia vita. Vi consiglio di leggerlo, è un libro piccolo, vi impegnerà solo dai 2 ai 4 giorni, a seconda del tempo che avete a disposizione. Non dovete per forza condividere tutto, non dovete leggerlo per prepararvi alla rivoluzione. Oltre ad essere un manuale pratico, infatti, è anche un manuale di vita e offre tanti stimoli per riflettere. Se proprio non avete tempo, ecco alcune indicazioni che ne ho tratto.
Primo, il riordino è raccontato come un rito, e questo dona sacralità e spiritualità alle azioni. Non è una questione banale, è uno dei punti più importanti. L’ambiente ci influenza, ci dà le coordinate per muoverci, riflette il nostro microcosmo. Dobbiamo averne cura, imparare che possiamo ridisegnarlo.
Secondo, esiste un ordine da seguire per fare l’ordine: prima i vestiti, poi i libri, gli oggetti e infine i ricordi. Non per stanze quindi, ma, più profondamente, per oggetti. Lasciamo per ultimo gli oggetti più impegnativi, quelli che toccano i nostri ricordi, prepariamoci per essi.
Terzo, ringraziamo gli oggetti prima di separarcene. Potrà sembrare lontano dalla nostra cultura, occidentale e più materialista, ma questo ci aiuta a mettere pace in noi, ad accogliere la persona che siamo stati quando abbiamo comprato quell’oggetto, a perdonarci gli errori.
Quarto, fidiamoci della nostra capacità di scegliere. Separarci dagli oggetti, decidere di fare riordino, ci impone delle scelte oggettive: lo tengo o non lo tengo? Perché? Al di là delle indicazioni di Marie Kondo (che sono terribilmente tranchant, vi avverto), imparare a prendere decisioni ci aiuta a crescere, affina la nostra capacità di saper scegliere e questo si riflette sulla nostra crescita personale.
Quinto, fidiamoci del nostro cuore. All’interno delle scelte, impariamo a tenere gli oggetti che davvero ci fanno battere il cuore. Non quelli che non ci sono mai piaciuti ma ci sentiamo in dovere di tenere perché ad esempio sono legati a persone a cui non ci sentiamo più legati. Anche questo ci aiuta a crescere e a comprendere che la nostra vita è un dono che è stato fatto a noi, e non dobbiamo essere le persone che piacciono agli altri.
Ecco, mi fermo qui, è davvero già tanto. Posso aggiungere che non piegherò mai i vestiti come Marie suggerisce ma seguirò i consigli materni, mi sembrano migliori, e ci penserò un po’ se mettere i piatti ad asciugare sul balcone o no. Ma credo questi siano dettagli da valutare momento per momento. Di certo aiutano a comprendere che esistono infiniti modi di fare le cose di tutti i giorni, l’importante è la consapevolezza con cui muoviamo le nostre mani e plasmiamo il nostro ambiente.