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AttualitàComunicazione

Il giudizio è negli occhi di chi guarda

By 1 Ottobre 2020No Comments
Immagine - Copertina Vanity Fair

L’articolo con Vanessa Incontrada su Vanity Fair sta facendo molto rumore su social e news.

Eppure, a guardarla e riguardarla, la copertina non ci ha smosso. Non abbiamo trovato nessun vaso di pandora scoperchiato, nessun sistema scardinato, nessun nuovo modello proposto. Siamo andati così avanti a leggere e scoprire l’articolo in tutti i suoi aspetti. E abbiamo trovato il centro, il videomessaggio di Vanessa in cui parla onestamente alle donne. Lì si ritrovano la sofferenza di anni di body shaming e l’empowerment che l’attrice ha ricevuto facendo questo servizio. C’è sembrata quasi di vederla, emozionata, davanti all’obiettivo della macchina fotografica.

Vanessa è vera ed empatica. Sarebbe bastato così.

Ma il servizio ha voluto spingersi oltre, proponendoci di affrontare una “nuova bellezza”. E in questo non ci ha proprio convinto. Continuando a leggere e guardare le immagini rispetto alla promessa della copertina, il messaggio non ci è chiaro ma ci appare patinato, scollato, ipocrita. E’ come se da una parte ci fossero le sue parole, che si ascoltano dal video e si condividono, mentre dall’altro c’è un sistema comunicazione che segue una deriva poco coerente. “Sono le leggi del sistema comunicazione a cui una donna di spettacolo non può sottrarsi” potresti obiettare. Può essere, ma leggi con attenzione le parole sulla copertina che abbiamo allegato e poi prosegui.

Il bodyshaming chiamato in causa dal messaggio “nessuno mi può giudicare (nemmeno tu)” e l’immagine stessa di Vanessa distolgono la nostra attenzione da quello che dovremmo davvero mettere a fuoco per affrontare una “nuova bellezza”, come ci viene proposto. E cioè, in ordine casuale, la discriminazione di genere (ma anche le discriminazioni di ogni tipo), il paradigma stesso della “nuova bellezza” e il sistema culturale, di cui il sistema moda è uno specchio.

E’ ipocrita la rivista, che torna poi in seconda di copertina a pubblicare modelle in taglia 38 nelle foto di sponsor senza i quali la rivista non esisterebbe.

E’ scollata l’immagine di una bella donna rispetto alla lotta per la fat acceptance che dice di portare avanti, un’immagine ritoccata, una pelle perfetta, trucco impeccabile. Insomma, non sembra una che voglia scardinare il sistema.

E’ patinato il messaggio. In linea con mille copertine che ci sono state e che ci saranno. Nessuna rivoluzione all’orizzonte. I due mini rotolini sulla pancia non cambiano la sostanza dei valori trasmessi. E’ questa la “nuova bellezza”?

Per Vanessa Incontrada questo servizio è stato fondamentale per sé e le ha donato la forza di diventare una testimone. Bene. E allora parliamo di questo, non dell’inizio di un cambiamento radicale, di una nuova era. Perché così non basta, non regge le aspettative. La sua immagine, passata nelle maglie delle regole di comunicazione del sistema, è diventata parte avvalorante del sistema stesso. E’ il sistema moderno delle dittature culturali accettate, che sostiene le resistenze moderate per lasciare una speranza di cambiamento che non avverrà. E forse è per questo che il servizio non ci ha spostato e ha suscitato critiche in tutti i social.

Se il giudizio poi è negli occhi di chi guarda, Vanessa è indubbiamente bella. E un successo comunque con la sua sincerità l’ha raggiunto, perché se ne sta parlando molto e si creano così occasioni di confronto.

E tu cosa ne pensi?